I tempi sono scanditi da precisi e intelligibili segni ontologici che si manifestano tramite la fenomenologia reale. Sappiate dunque leggere i segni.
Il primo linguaggio alchemico traccia il faticoso e accidentato cammino di colui che cerca: separare il vero dal falso, così Paracelso ammoniva i neofiti. Nulla muta nel corso dei cicli temporali senza che vi sia una ragione superiore e dunque è da epoche immemorabili che giunge la formula del voto che pronunciammo, il giuramento che vincola perpetuamente il nostro essere all’assoluto ed incondizionato servizio dei più deboli. Un solenne e inscindibile patto pronunciato con un atto di cosciente volontà che rende ognuno di noi servus servorum, il servo dei servi, la voce dei semplici, la forza degli umiliati, la spada degli oppressi saecula saeculorum.
Alla vigilia di una delle ricorrenze che nel lessico ermetico di coloro che vegliano, i nostri desiderata si sostanziano nel tradurre in una configurazione che sia pura e cristallina ad un tempo l’ universale obbligo che ci lega alla promessa cui ci siamo consacrati. Come i magi sacrifichiamo i doni che l’antica saggezza ci ha trasmesso, la ricerca della luce spirituale ed il rifiuto delle tenebre: εἴδομεν γὰρ αὐτοῦ τὸν ἀστέρα (abbiamo visto sorgere la sua stella) e siamo gli umili latori degli unici omaggi che la vita, nella propria integrale essenza, corpo e spirito, reclama χρυσὸν καὶ λίβανον καὶ σμύρναν (oro incenso e mirra). L’oro, il corpo depurato; l’incenso, le emozioni e i sentimenti purificati; la mirra dal sapore amaro come la mente, causa di dolore quando è l’egoismo a guidarla. Resteremo i custodi di quell’etica suprema che si è perduta nella polvere delle immoralità commesse, difenderemo la verità sempre e comunque, tuteleremo i principi morali cui ogni individuo è informato.
Non vendetta, non ira guideranno i nostri passi, ma il filo della spada della giustizia. I tempi si compiono, siano cauti gli empi e i reprobi, la Luce è prossima e tanto sarà abbacinante che li priverà della vista.
Uriel David