Per i duri di comprendonio

Il sedicente giornalista Stefano Bisi, già attenzionato da questi uffici con l’articolo sottostante, per condire la sua “giornata particolare” non ha esitato a dettare l’agenda politica con due righe proprie e dando spazio ad una paginata alquanto discutibile di Giulio Carli che se la prendeva con Ascheri e Piccini. Sorprendentemente Carli, Bisi e Ascheri hanno dei punti in comune. In particolar modo appaiono tutti spiazzati per aver perso il loro nemico preferito. Non si rendono conto, nessuno dei tre, che la situazione è cambiata e che non si può tornare indietro nel tempo. Ascheri, per esempio, nei suoi commenti insiste a definire “bifronte” il ruolo di Piccini tra API e LCS e sostiene che ciò abbia causato un blocco delle LCS. Ma già ieri avevamo chiesto in che cosa, concretamente, si manifestasse questo blocco senza averne, ovviamente, risposta. Ma anche Bisi e il PD sono evidentemente spiazzati da questa concrezione di forze politiche anticeccuzziane-antimussariane-antimarignane e si arrabattano per far tornare l’orologio indietro, in modo da riavere quella che secondo loro era la situazione ideale: Liste Civiche soggiogate a Piccini (modo, come questi uffici hanno sottolineato ieri, molto sgradevole di mettere in un cantuccio tanti soggetti che, pur non essendo primedonne, hanno lavorato e si sono sacrificati per oltre quattro anni come Lucci, Panti, Giordano, Campopiano, Falorni ed altri) e Piccini eletto ad arcinemico interno ed esterno. Ora viene in essere la possibilità di coalizzarsi in modo ampio tra LCS, FLI, UDC e anche API (anche API, non che le LCS devono fare lo sgabello a Rutelli e poi anche qui si fa finta che non esistano Massimo Bandini, Agostino Milani e via così; non sembra un atteggiamento granché simpatico) intorno a una candidatura, come presagito, senese, vicina alle contrade, che non ha ricoperto cariche politiche di rilievo e che, sopratutto, non è il Piccini, ed ecco che Ascheri, Semplici, Ceccuzzi, Bisi e compagnia bella si trovano orfani del bersaglio preferito. E ora con chi ce la prendiamo, si saranno chiesti smarriti i nostri eroi. Finché si tratta di prendersela con uno è facile, ma una formazione politica è un’altra cosa. Meglio far finta di niente e continuare imperterriti a dire che le LCS sono di Piccini e che Piccini, col suo ruolo bifronte, le sta distruggendo come Urano che divora i propri figli. Tutto questo discorso è un bluff naturalmente perché i fatti lo smentiscono o lo smentiranno e ci sarà qualcuno che dovrà piegare il capo e dovrà ammettere di aver avuto una visione miope e ottusa e senza sapere a chi dare la colpa, se non a sé stesso. Complimenti, dei fini politici davvero!

Di questi uffici Cesare Mori

1 comment so far ↓

#1 maria modesti on 01.05.11 at 09:11

Se l’Ascheri e gli altri citati dalla sua nota riconoscessero quello che lei ha scritto dovrebbero ammettere il proprio fallimento politico. Soprattutto l’Ascheri che avrebbe avuto tutte le possibilità per comprendere quello che sarebbe successo, ma evidentemente è stato accecato da una visione personale e dalla vicinanza a “personalità” legate al gruppo berlingueriano dell’Università; da qui anche le sue affinità con l’IDV. Gruppo a cui ha nei fatti, fatto la campagna elettorale per il nuovo rettore dettata dalla sua avversione nei confronti del Focardi reo di aver nominato Bertelli e non lui in Fondazione. Il buon professore non si neppure accorto che l’attacco del replicante Carli, per conto del Ceccuzzi, è dettato proprio dai fatti sopra descritti.
Probabilmente molte di queste vicende che riguardano la volontà di non voler capire, che coinvolgono le LCS, si spiegano soltanto avendo di mira ciò che è successo o potrà succedere all’Università e all’Ospedale