Contro le liste di proscrizione della federazione. Elogio della libertà di pensiero. A proposito, qualcuno li ha spiegato che da qualche anno è stata introdotta nel vocabolario la parola mobbing?

Quando al confronto su fatti concreti si sostituiscono le liste di proscrizione significa che il termine usato da Martelli e che ha tanto scandalizzato il Bisi allora non è poi così buttato di fuori.

Se poi la parola ‘regime’ sia più o meno corretta (ovviamente
contestualizzandola alla realtà e quindi dilatandone il significato) non lo so. E’ certo però che quando le liste di proscrizione vengono alimentate di continuo per il semplice fatto di non essere allineati a 360 gradi ai voleri della federazione, beh, un problema di libertà è innegabile che esista.
Quello che sfugge a Ceccuzzi è che a Siena, tra la gente comune – che non è quella che pensa si viva solo delle alchimie di partito – questo messaggio è passato fin troppo forte. E da parecchio.

Oggi più che mai le persone vanno selezionate per la testa e non per la tessera. Ma nella logica ceccuzziana, ciò che conta è la seconda; una “classe dirigente” scelta solo in base alla cieca obbedienza, in cui i fidi scudieri sono stati addestrati ad essere subito pronti a processare la gente in piazza sbandierando l’alto tradimento. Un metodo selettivo in cui si pretende la fedeltà assoluta, unico requisito che deve comparire tassativamente nel curriculum, il resto non conta.

E non si può negare che un tale metodo sia la manifestazione di un sistema malato. Sapete perché ora più di ieri c’è la necessità di un cambio di passo che metta un freno ai polli di allevamento cresciuti in batteria e indottrinati con il solo credo della federazione? Perché è la prima volta che le risorse stanno davvero finendo, vuoi un po’ la crisi economica vuoi un po’ il fatto che il mercato del lavoro ha subìto un’accelerazione tale inconciliabile con la scelta delle persone selezionate da Ceccuzzi. Ma lui, d’altronde non può fare altrimenti, non ci pare di vederlo circondato da spiccate professionalità. Ci sono assessori e consiglieri comunali di
professione  o funzionari di partito sempre rigorosamente di professione, ma non ci sono figure che possano vantare esperienze lavorative vere e tali da dare garanzie di buona amministrazione. Metodo che viene replicato anche nella selezione dei giovani alleati. Artefici di una politica del megafono verso i quali quando le luci della ribalta si sono spente hai un’immensa
difficoltà a ricordarti cosa hanno fatto.

Prendete la superficialità e l’irresponsabilità con cui hanno attaccato e continuano ad attaccare il vice presidente del Monte dei Paschi, l’Ing. Caltagirone. Pensate se solo per un attimo quest’ultimo avesse ragionato con la stizza con cui sono abituati a ragionare loro e, per ripagarli con la stessa moneta avesse detto, va bene se non mi volete me ne vado e tutto ciò che ho investito nel Monte lo investo da un’altra parte.

Non dimentichiamoci che gli attacchi irresponsabili verso la banca (perché non prendiamoci in giro, attaccare il suo maggior socio privato significa voler mandare un preciso messaggio che va ben al di là della sua persona) cadono in un momento assai delicato con un aumento di capitale in corso che dovrà necessariamente garantire un maggiore sostegno anche alla ripresa delle aziende. Avete idea del disastro economico che si sarebbe abbattuto su Siena se qualcuno avesse agito con i metodi da rappresaglia dei comunicatori e strateghi ceccuzziani? Chi avrebbe rilevato la partecipazione da svariati soldini di Caltagirone, i fedeli comunicatori ceccuzziani insieme agli altri ragazzini di bottega che stanno in federazione? Quando hanno scritto quegli attacchi (passati poi come sempre al solito Mugnaioli che si è prestato a metterci faccia e firma)  hanno prospettato questo scenario? E se sì, dove pensavano di andare a reperire tali risorse, facendo una bella cena di sottoscrizione in Fortezza? Qui la logica degli egoismi e della grettezza culturale avrebbe potuto assestare un duro colpo alla banca e quindi a Siena e, chissà, magari, se ciò fosse avvenuto gli artefici del folle comunicato si sarebbero anche sentiti dei bei ganzoni convinti, nelle loro teste, di aver fatto una prova muscolare e di averla vinta. Forse è arrivata l’ora che questi ragazzi di bottega di tutte le età che giocano con il fuoco rischiando, però, di far bruciare non solo sé stessi (e fin lì poco male) ma anche tutta l’intera comunità senese, vadano a lavorare sul serio in modo da capire quanto sia caro guadagnarsi il pane senza che sia il partito a dartelo e, forse solo allora, cominceranno a rendersi conto che l’attacco che hanno fatto può tranquillamente essere archiviato alla voce ‘irresponsabile cazzata‘.

p.s. ancora non c’è stata una dichiarazione da parte dei consiglieri del Monte in quota PD: sono d’accordo o no con quanto firmato da Mugnaioli? Borghi, Monaci e Rabizzi vogliono anche loro che Caltagirone se ne vada? Perché non dicono niente?

Firmato
La Primula Rossa