Improvvisamente la questione dell’Aeroporto di Ampugnano è rientrata prepotentemente nell’agenda politica di questa campagna elettorale. Non sto qui ad ipotizzare come potrebbe essere districata la matassa; forse, una possibile mediazione potrebbe essere quella di rendere pienamente funzionante ciò che già non tenendo conto delle folli dichiarazioni che qualcuno fece a suo tempo e che credo possano essere tranquillamente archiviate sotto la voce “cazzata” (in tutto questo, non dimentichiamoci che in quegli anni Ceccuzzi aveva un ruolo di primo piano nel suo partito), dichiarazioni che, giustamente, fecero drizzare le antenne al Comitato di Ampugnano. La famosa quanto nefasta frase “quattro milioni di passeggeri” ha fatto più danni della grandine e, anche allora, il partito di Ceccuzzi dimostrò di non essere in grado né di selezionare la classe dirigente che mandava in un ruolo così delicato per lo sviluppo di un territorio, né di gestirne gli effetti successivi. Creando, così, un disastro sul disastro: da allora la questione aeroporto è diventata un tabù. Ci riflettano Ceccuzzi e Bezzini prima di scagliarsi contro il Comitato di Ampugnano: al loro posto cosa avrebbero fatto? Non c’è niente da fare. Con l’arrogante concezione del potere fine a sé stesso non si governa.
Su Ampugnano Ceccuzzi si trincera dietro ad un inconcludente “non è una priorità” che vuol dire tutto e niente; questa risposta altro non è che il frutto dell’incapacità e impossibilità di prendere una qualsiasi posizione. Se si dichiarasse favorevol eaccontenterebbe i Riformisti Per Siena di Bellandi e Degortes (che invece ne hanno fatto un punto prioritario mettendolo in relazione con lo sviluppo del territorio) ma scontenterebbe tutta quell’ala estremista capitanata da Fiorino Iantorno e Cannamela. Viceversa, se si dichiarasse contrario come farebbe la base elettorale dei Riformisti, e soprattutto la sua dirigenza, ad accettare una tale pubblica umiliazione?
Da registrare, anche, che in tutto il dibattito c’è un grande assente: l’area ex Margherita dentro il PD.
Non si stanno accorgendo che in ogni parte d’Italia gli ex Margherita stanno scappando a gambe levate dal PD? Pensano che Siena sia immune, o forse la lettura corretta è che la miopia di personali equilibri di potere sta facendo perdere di vista che anche quei senesi che prima votavano Margherita non si riconoscono in una coalizione nella quale chi dovrebbe rappresentare le loro idee pare sempre più appiattito ed accomodante? Sembra una macchina con due velocità contrapposte, dove i dirigenti della ex Margherita accettano che a rappresentarli siano le voci di Iantorno di Rifondazione Comunista e dove i senesi che li hanno votati in quella rappresentanza non si riconoscono affatto.
Ma, la vera domanda, amici, è un’altra: pensate davvero che la questione Aeroporto sia l’unica cosa che sta facendo emergere le divisioni all’interno della coalizione di Ceccuzzi? O, forse, non è altro che la punta di un iceberg ben più grande?
La vera notizia sarebbe, per una volta, sentire un si o un no da parte di Ceccuzzi, ma essendo la sua coalizione un coacervo di contraddizioni e di discordanze è fin troppo ovvio che questo non sarà mai possibile. Ceccuzzi è riuscito a fare un vero e proprio miracolo che non è da tutti. Come abbiamo già detto, il PD di cui fa parte Ceccuzzi è nato da una forzatura che, proprio per questa ragione, ha reso impossibile una qualsiasi amalgama tra i partiti che gli hanno dato vita. Non è un segreto che durante questa convivenza forzata, tra gli ex Popolari (ed ex Margherita) e gli ex DS si sono sempre guardati in cagnescointerrogandosi di continuo sul perché stavano nello stesso partito. Ma Ceccuzzi, evidentemente non pago del clima di eterna divisione che già regnava nel PD, è riuscito ad esportare questo triste risultato (meglio definibile come caos) anche all’interno di tutta la coalizione.
Ceccuzzi non sta facendo politica, sta cercando di rimanere in piedi, che è cose ben diversa. Attività che ha consegnato ai senesi un’unica certezza: per chi vuole avere un amministratore capace di decidere e non di oscillare a seconda di chi gli alza più la voce votare Ceccuzzi sarà impossibile.
Qui non si tratta di fare forzature. Ci si limita ad analizzare i fatti così come ogni giorno si leggono sui quotidiani locali. L’elettorato senese di sinistra troverà il suo naturale punto di approdo nella candidatura a sinistra di Laura Vigni. Mentre tutta quella parte di Siena che si riconosce da sempre nei valori moderati e di centro avrà come unico punto di riferimento la candidatura di Gabriele Corradi.
Firmato
La Primula Rossa