Cervelli in fuga e genii a responsabilità illimitata

Da anni, grazie anche alla mano di coppale che Luigi Berlinguer ha dato con la propria riforma baronale e con visione privatistica (spacciata per autonomia) all’università italiana, il fenomeno triste e desertificante per la cultura e la ricerca italiana , ovvero “la fuga di cervelli”, è aumentato in termini esponenziali. Una fuga di massa: non viaggi di piacere, ma vere e proprie fughe per la vita, perché nei deserti al massimo si sopravvive, che è cosa ben diversa dal vivere. Questa è la situazione della cultura e dell’università italiana che peggiora sempre più: perché ministri come la Gelmini scimmiottano in gran parte la concezione del’ex magnifico Luigi. Berlusconi è arrivato dopo al governo, ma in alcuni ambienti anche della cosidetta sinistra baronale le forme del berlusconismo erano già ben radicate.

Nel ritornare ad affrontare le vicende ben note del dramma finanziario e culturale che vive l’Ateneo senese, non è azzardato affermare che certi comportamenti nefasti nella gestione finanziaria e accademica dello stesso ateneo trovavano terreno fertile in quella sorta di “porto franco” definita autonomia universitaria. Provate a dimostrarmi il contrario. A tutt’oggi alcuni degli esponenti della nomenclatura responsabili del dissesto, favoriti anche dalle chimiche nebbie piemontesi, teorizzano l’impunità e l’intoccabilità come una sorta di salvagente istituito dalla loro idea di automomia. Come dire: noi si fa come cazzo ci pare e la magistratura non ha competenze nella nostra gestione dell’università;una sorta di Stato nello Stato,come se una mattina due o tre individui decidessero di proclamare l’indipendenza di Stigliano (senza averne diritto) dal Comune di Sovicille.

Ed ecco che si materializza il famoso genio Maurizio Boldrini perché chi più di lui rappresenta al meglio la visione autonomista del “si fa come cazzo ci pare”? Conosciamo fin troppo bene le doti immense che gli hanno consentito di essere docente senza laurea, di aver ricoperto incarichi presso la CRUI ai tempi del Tosi e soprattutto di aver organizzato un’area comunicazione dentro l’Ateneo cosi popolata da far invidia alle aree comunicazioni del governo italiano, della Casa Bianca, delle Nazioni Unite. Se la memoria non mi inganna, la famosa area comunicazione boldriniana comprendeva 54 persone; senza considerare le risorse finanziarie gestite dalla stessa area. Su questi aspetti forse,anzi spero, ci sono delle verifiche interne ed esterne in corso.

Ma si poteva limitare a questo la fame di presenzialismo del nostro genio Boldrini? Certo che no. Di lui troverete impronte in numerosi dibattiti politici insieme al suo compagno e amico Franco Ceccuzzi, perché non dimentichiamoci la sua tessera del PD. Le sue impronte dicevamo sono ovunque: presentazioni di libri, iniziative con il Comune di Siena, grazie all’amicizia con Marcello Flores (assessore invisibile, ma docente presente nella nomenclatura berlingueriana-tosiana), partecipazioni ad eventi che vanno dai libri sul vino alle conferenze stampe di aziende private (di questo abbiamo un video) con la presenza dell’assessore provinciale Tiziano Scarpelli. Ah scusate, dimenticavo: il nostro genio Boldrini gode anche del sostegno di Ivano Zeppi e quindi di parte del mondo delle cooperative. Insomma, ovunque ci giriamo, il Boldrini c’è. Cosi come quando percorrendo alcuni tratti autostradali leggiamo quelle scritte sui muri o sotto i cavalcavia “DIO c’è”. Nel nostro caso “Boldrini c’è”. Infact è cosi. Chiedo venia a quel Dio se mi son permesso di citarlo in questo argomento poco edificante delle vicende boldriniane.

Con tutte le sue apparizioni di certo non è di poco conto quella in Via Roma 56. Vi ricordare di Via Roma 56? E’ la sede del dipartimento di scienze della comunicazione della Facoltà di Lettere di Siena, quindi locali dell’Università di Siena non di proprietà visto la stessa paga l’affitto del San Niccolò. In Via Roma 56 nasce e si sviluppa la storia della società srl IN.FACT che tutto ben conoscete. Risulta che il Rettore Riccaboni abbia avviato un’indagine interna su questa società IN.FACT comunicandolo al cda dell’università.A mio avviso oltre all’indagine interna il prof. Riccaboni dovrebbe presentarsi alla caserma dei Carabinieri di P.zza San Francesco suonare il campanello, dire buongiorno e informare il Maresciallo della strana presenza di una certa IN.FACT nel locali dell’università ricordandosi che la stessa è in affitto (ricordate la legge sugli affitti e sui subaffitti?).Dovrebbe far questo il Riccaboni o al massimo altri membri del CDA dell’università come Morrocchi o Cucini anche se questi due hanno la stessa tessera di partito di Boldrini (ma non credo che modifichi la loro imparzialità!!!!!??? Ci rido anche su questa affermazione). Alcuni,come lo stesso Boldrini che da giorni telefona a destra e a sinistra per farsi tutelare politicamente, mi possono replicare “ma cosa c’entra Boldrini con l’IN.FACT? Leggetevi queste dichiarazioni del genio (utili anche al Riccaboni per informare il Maresciallo):

“Esiste già uno spin off all’interno dell’Ateneo ma il loro è un modello diverso trattandosi di un’azienda vera e propria. Lo spin off richiede tempi lunghi per affrontare il mercato mentre oggi è importante fare impresa nel più breve tempo possibile. Importante, poi, che inizino a produrre mantenendo un profondo legame con l’Università: le aziende devono rivolgersi a consulenze esterne mentre loro hanno a disposizione attrezzature e professionalità in un luogo dove già si produce ricerca”.

Questo diceva di IN.FACT il Boldrini  e questo affermava anche un altro docente di scienze della comunicazione Antonio Rizzo:

“I ragazzi da parte loro hanno contribuito alla crescita del dipartimento realizzando il sito e sperimentando i nuovi servizi. Sono state avviate le procedure di spin off anche se credo che le condizioni attuali, poste dall’università non siano accettabili. Al di là di questi aspetti, che in un modo o nell’altro si risolveranno, come docenti li ho sempre sostenuti …”

E proprio il caso di ribadirlo: CERVELLI IN FUGA E GENI A RESPONSABILITA’ ILLIMITATA.