Questi uffici si chiedono a che gioco giochi il Marignani che, non solo fa delle candidature per il Ceccuzzi (basta vedere il Nannini), ma appoggia la nomenklatura berlingueriana-tosiana-ceccuzziana e riceve “in sede il Magnifico Rettore” sostenendo che “la serata è stata davvero importante. Importante perchè abbiamo avuto l’opportunità di conoscere in modo dettagliato la difficilissima situazione finanziaria dell’Università”. Come se non la conoscesse l’universo mondo la difficilissima situazione dell’Università, ancor più difficile visto che ai vertici ci sono due incapaci e incompetenti che solo dal Marignani potrebbero trovare ascolto e che hanno previsto un cosiddetto piano di risanamento che non risana assolutamente niente e che prevede tutta una serie di provvedimenti i quali, da una parte richiedono l’intervento del legislatore e dall’altra sono vietati dal medesimo legislatore. Come fa il Marignani a dire che il piano di risanamento ” salvaguarda l’occupazione e prevede una mobilità esterna volontaria” visto che la mobilità esterna volontaria evidentemente non salvaguardia proprio niente. Inoltre affermare, sempre a proposito del piano di risanamento che “pur nella sua “pesantezza e difficoltà realizzativa” (60% di prepensionamenti per chi matura i diritti con incentivo all’esodo, riduzione dei costi operativi e 50 mln di ricavi da ulteriori vendite immobiliari) è una possibilità di evitare il “fallimento” di questa secolare istituzione vanto della città e ridotta in questo stato da una politica clientelare devastante che si è protratta per lustri” equivale a non saper far i conti neanche con l’ausilio di un pallottoliere e per giunta dare credito ad una manovra pressoché irrealizzabile perché i docenti, pur in presenza dell’incentivo, non hanno la minima intenzione di andarsene, come dimostra la valanga di ricorsi presentata dai prepensionati al Rettore pro minor tempo possibile Riccaboni. Il quale, secondo l’esponente del partito del bunga bunga e di Verdini nonché di Rocco Girlanda, dovrebbe avere “la forza di rendere autonoma l’Università” (quando è evidente che dovrebbero levargliela l’autonomia all’Università visto che ha prodotto, Riccaboni consenziente una voragine da oltre 270.000.000 di euro) “ed il coraggio di proseguire il cammino di risanamento già intrapreso dall’amico Silvano Focardi” quello che evidentemente non sta facendo visto che da una parte il piano di risanamento non prevede niente di nuovo, salvo che il disavanzo cresce esponenzialmente rispetto a quello di Focardi-Barretta. Dire poi che “tutta la città, nessuno escluso, deve remare nella direzione del cambiamento” è grottesco: alla faccia del cambiamento! Cambiamento in peggio!
Comunque sia Marignani dimostra le avere idee un po’ confuse quando afferma che Siena deve tornare ad essere “il gioiello che era un tempo, prima che 65 anni di ininterrotto potere di sinistra portassero questo territorio e le sue più prestigiose istituzioni all’attuale decadenza”. Ma Nannini che appoggiava Piccini e Cenni, Berlinguer, Cei Semplici, Tosi, Riccaboni, Fabbro di dove vengono? Non risulta a questi uffici che provengano dalla Repubblica di Salò o qualcosa del genere.
2 comments ↓
a codesti uffici non risultano molte cose! non ritenete sia il caso di cambiare gli informatori?
No, perché? I nostri informatori ci consentono addirittura di usare i virgolettati. Da noi verba volant, scripta manent. Non ci sembra proprio opportuno cambiarli.