Il primo quesito da porsi,non solo a Siena ma più in generale nel vasto mondo del sistema credizio,è se Profumo sia il presidente che serve per il rilancio di banca MPS e se il piano profumiano sia utile al sistema e al territorio di riferimento. La mia risposta è ovviamente un no secco.
Bisogna ripercorrere le tappe del flagello di MPS fin da quando la banca e in primis la fondazione di riferimento sono finite sotto l’influenza del democristiano Giuseppe Guzzetti:un personaggio che è riuscito e riesce a tenere insieme le grandi banche italiane all’interno della sua visione di gestione del sistema creditizio.E non è un mistero che il presidente della fondazione MPS Gabriello Mancini che oltre a essere un incompetente di diritto societario e stato ed è un politico della prima repubblica che risponde direttamente non al partito ma alla corrente democristiana del PD, vive il suo ruolo in piena subalternità a Guzzetti.E non dobbiamo dimenticare che l’ascesa,prima nel mondo delle fondazioni e poi in quello delle banche, di Mussari è in gran parte merito del vecchietto arzillo Guzzetti. Quel Guzzetti che approvò e incoraggiò l’operazione Antonveneta, e qui ritorna l’asse senese degli ex democristiani con Mussari;perchè non fu solo Ceccuzzi ad elogiare l’operazione Antonveneta ma la stessa fu fatta con il placet di Mancini e con il sostegno politico dell’attuale presidente del consiglio provinciale di Siena Riccardo Burresi, anch’esso ex democristiano. Gli effetti nefasti dell’operazione Antonveneta,dei derivati e altre operazioni disastrose,hanno indebolito patrimonialmente la banca e indebitato oltre il tetto di indebitamento stabilito per statuto la fondazione.Purtroppo il primo esposto in merito all’acquisto di Antonveneta non fu ritenuto meritevole di indagini da parte della magistratura e le indagini che tutti conosciamo sono poi iniziate in ritardo e sinceramente nessuno è in grado di capire come finiranno.Sicuramente abbiamo notato che sono passare in sordina per tutta la campagna elettorale e sinceramente nessuno crede che il sig. Baldassari è l’unico colpevole di quel sistema che ridotto a pezzi banca e fondazione. Grazie alla campagna di stampa e grazie alla moral suassion del nuovo vertice di Bankitalia il vecchio vertice di MPS è stato decapitato,prima Vigni e poi Mussari ma stranamente in molti hanno frenato sulla defenestrazione di Mancini dalla fondazione e alla luce degli ultimi eventi e di quelli che forse si verificheranno credo di aver capito il perchè. Prima però una piccola curiosità:ma Gabriello Mancini è indagato o no considerato il ruolo che ha avuto nella triste storia del disastro MPS?
Mancini è sempre al suo posto perchè Guzzetti per garantire a Profumo,nominato al posto di Mussari e poi lo stesso Profumo si impegnò per la nomina di Mussari all’Abi, il sostegno e la subalternità della fondazione MPS non poteva permettersi la defenestrazione o le dimissioni del democristiano di San Gimignano. Le vicende passate e la narrazione dei risvolti e dei vari passaggi politici li conoscete tutti e quindi preoccupiamoci del presente e delle prospettive future.Vi faccio uno schema riassuntivo altrimenti rischio di essere prolisso.A ridosso del pieno della campagna elettorale per il sindaco di Siena dichiara di essere stato nominato dalla fondazione e non dal PD;in piena campagna elettorale Profumo incontra riservatamente il candidato del PD Bruno Valentini insieme al democristiano Mancini.Qualche giorno dopo,sia pubblicamente sia in incontri privati,Profumo dichiara di auspicare l’abbattimento del tetto del 4% nel voto all’interno dell’assemblea della banca e immeditamente dopo Mancini fa approvare in fretta e in furia le modifiche statutarie della fondazione.Come potete notare gli eventi si susseguono in perfetta coerenza e in palese funzione favorevole a Profumo.Di Mancini sappiamo tutto e sappiamo che non può dire di no a Profumo altrimenti Guzzetti si arrabbia.Bruno Valentini invece è subalterno a Profumo perchè è Matteo Renzi che in questo momento simpatizza per Profumo e viceversa e Valentini è l’uomo di Renzi su Siena.E la storia insegna che molti politici per scalare le vette nazionali hanno strizzato l’occhio ad alcune banche e ad alcuni gruppo finanziari.In questo modo con un Valentini funzionale al progetto renziano di esautorare gli ex ds e la cgil nel controllo egemone dei rapporti di forza in Toscana per Profumo è tutto in discesa e gli ex democristiani di Alberto Monaci potranno cosi impossessarsi del partito locale.E non importa se questi interessi particolari non coincidano con gli interessi della comunità senese.L’altra conferma dell’asse Renzi-Profumo-Valentini è arrivata con la presenza a Siena a sostegno di Valentini di Ermete Realacci.Chi è Realacci? E’ un parlamentare del PD ma è soprattutto il presidente della fondazione Symbola e chi c’era tra i promotori di questa fondazione? Renzi,Mussari e Profumo.Il cerchio si chiude e Profumo intende chiuderlo dopo le elezioni,sempre che il suo candidato Valentini risulti vincitore,con la convocazione per martedi 11 giugno del cda della banca durante il quale intende proporre l’abbattimento del 4%.E a quel punto quella storia iniziata nel 1472 verrà archiviata,cosi come verranno archiviati la fondazione MPS,le esigenze del territorio( e non solo a discapito della squadra di calcio) e le tutele per i lavoratori.La storia si ripete:avevano spacciato ai senesi l’operazione Antonveneta come una grande operazione,tutti zitti e contenti ma alla fine il risultato è stata una tragedia economica:oggi Valentini vi coccola con le sue assicurazione mentre Profumo agisce soddisfatto.A questo punto spetta agli elettori cambiare il destino della propria comunità e il futuro della banca e ricordatevi che a gran parte del sistema se Profumo esce di scena non dispiacerebbe affatto e figure valide per rilanciare la banca ce ne sono e sono anche meno arroganti.Eugenio Neri in questo momento è il sindaco ideale per tranquillizzare i senesi e per frenare Profumo e riaprire una nuova dialettica per la fondazione senza l’incompetente Mancini alla presidenza.Se qualcuno è in grado si smentire quanto da me scritto si faccia avanti.
La strada che a suo tempo doveva percorrere la fondazione nel rapporto di azionista della banca era la diluizione programmata delle azioni scegliendo nuovi azionisti forti e credibili per costituire un patto di sindacato per governare seriamente e con un grande profilo competitivo la banca MPS.Se Mancini non si fosse indebitato violando lo statuto e se lui non fosse chiaramente incompetente in diritto societario poteva percorrerlo anche oggi rispondendo cosi alle richieste europee di allineamento alle regole internazionali degli assetti societari della banca in virtù del prossimo aumento di capitale.Purtroppo il presidente è l’esponente del PD Gabriello Mancini.
Albus Silente
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