Pace in terra agli uomini di buona volontà e tanta ma tanta comprensione per coloro che vivono nel buio della mistificazione del gioco delle parti. Cosi è se vi pare … recita l’adagio del repiclante sistema di intrecci di potere e poteri senesi. Forse per qualcuno è sempre cosi ma da quello che si registra in questo momento, questo adagio e questo sistema mal si coniugano con la richiesta di cambio di passo in politica che matura giorno dopo giorno tra i senesi.
Con i limiti che sicuramente albergano nella mia descrizione della realtà politica senese,propongo una narrazione della geografia dei poteri e dei movimenti politici(con gli attori di riferimento), in modo da dare un contributo di riflessione senza azzardare sbocchi (prematuri) per le prossime elezioni amministrative. Per non dilungarmi sarò alquanto schematico.
Limiterei la narrazione su tre luoghi di massima concentrazione degli intrecci di potere:
– BANCA MPS: Il presidente Giuseppe Mussari (iscritto al PD senese) presidente della Banca MPS e dell’ABI con l’appoggio del partito di Verdini,del ministro Tremonti,dei centristi vicino a Brandani e di una componente sempre piu’ ristretta del PD senese,gioca una sua partita personale da quello che si evince (naturalmente lo stesso è in grado di smentire), cioè quella di garantirsi il terzo mandato alla presidenza di MPS e di conseguenza la presidenza dell’ABI.E per far questo necessita di un futuro sindaco debole sul piano politico e condizionato da una composizione variegata del consiglio comunale e dell’appoggio del centrodestra romano (e questo non manca nemmeno ora). Infatti in molti sostengono che il vero avversario del candidato Ceccuzzi è il tremontiano Mussari.
– UNIVERSITA’ DI SIENA: Il rettore Riccaboni è l’espressione della nomenclatura legata a Luigi Berlinguer e Piero Tosi, sostenuta dal giornalismo di Stefano Bisi e in piu’ Riccaboni gode del sostegno del Mussari e della componente Verdini del PDL. Di fatto Riccaboni è un rettore di minoranza,resiste nel suo ruolo con la speranza che le inchieste giudiziarie si dissolvano nel tempo e nello spazio (ma no sarà così) e con l’ulteriore auspicio del ritorno politico del braccio politico senese di Luigi Berlinguer, visto che il PD di Ceccuzzi e dei fratelli Monaci mal sopporta Riccaboni.E su questo ambito qualche novità dovrebbe giungere prima di natale … forse.
– ISTITUZIONI E FORZE POLITICHE: In questo ambito regna la confusione totale e in tale confusione si registrano i tentativi del ritorno sulla scena del vecchio asse politico Brandani-Berlinguer-Mazzoni della Stella. Con le varianti a seconda del caso della presenza del Mussari in rapporto con uno dei tre.Perchè non ci dimentichiamo che i tre insieme al Ceccuzzi sono stati i fautori dell’avvento dello stesso Mussari,in funzione anti Pierluigi Piccini e contro la base dei partiti di sinistra.
In questo ritorno di fiamma dei tre e nella totale confusione come si presenta il quadro?
Il Berlinguer e i suoi fedelissimi giocano su tre piani:indebolire Ceccuzzi, restaurare il loro potere dentro l’università e destabilizzare le liste civiche attraverso personaggi minori ma che comunque creano piccoli scompigli.
Brandani è ritornato a Siena con la delega a rappresentare L’UDC in vista delle elezioni e lo stesso si gioca una sola partita: cioè quella delle nomine in fondazione e banca.
Il nome del Mazzoni della Stella riecheggia nel PDL fiorentino come uno dei due nominativi insieme a Monica Faenzi in corsa per il PDL senese alla candidatura di sindaco,dopo la rinuncia di Franco Masoni.
Insomma per farla breve il ritorno di Brandani-Berlinguer-Mazzoni della Stella con l’aggiunta della presenza di Mussari a mio avviso va letta come un asse contro Pierluigi Piccini, contro Franco Ceccuzzi e i fratelli Monaci e contro la richiesta di cambiamento che la città di Siena merita.
2 comments ↓
fratello, me la spieghi meglio la questione “berlinguerani”… mi pare che tutto siano tranne che anticeccuzziani… ma evidentemente mi sbaglio… m’illumini.
Per avere una risposta ben precisa a questo quesito bisognerebbe porre la stessa domanda al giornalista Stefano Bisi,ottimo conoscitore della politica senese e dei berlingueriani.