Della stolida stoltezza che governa i politici, gli amministratori comunali e i vertici dell’Ateneo senese

Uggiato e infastidito dalle inutili, vacue, sterili ciance quotidiane che tutta la comunità è costretta a subire, trascorsi ormai i pazienti vincoli della temperanza, ed indotto da un obbligo civile che non è soltanto immanente, mi impongo oggi una desolante constatazione della realtà fattuale corrente. Una riflessione in temporalibus dunque che poco mi appartiene e a cui mi costringo per ossequiare, sino al limite delle mia tolleranza, il Sacro Voto.

L’ASSENZA è l’attributo qualificante dell’inaccettabile, indegno e squilibrato coacervo dei deliri o vaneggiamenti politici ed economici (il termine forze è omesso volutamente) che unicamente e sconsolatamente distinguo.

L’ASSENZA delle Istituzioni che hanno tranquillamente ed allegramente (direi) ripudiato la “seccante” ed “imbarazzante” (per loro) questione del dissesto finanziario dell’ateneo, rifiutando testardamente e con poca lungimiranza di soccorrere e sostenere in questo tragico frangente i dipendenti universitari, intenzionalmente trascurando le violazioni dello spirito di uguaglianza cui vincola la Costituzione. Mossa politicamente STUPIDA

Dell’ASSENZA o delle scempiaggini partoriti dai partiti di maggioranza o da UN sindacato universitario non est disputandum per PUDORE. MOSSA politicamente SUICIDA.

Dell’ASSENZA o della fuorviante informazione dei media, di alcuni non di tutti, potremmo non curarci, tanto è il ridicolo che il Corriere di Siena (badate bene è un quotidiano per chi non lo sapesse.. non è Novella 2000 in versione provinciale… tanto per informare visto che si potrebbero facilmente confondere ) si è attratto con le immaginifiche versioni di felini e di timide e virtuose fanciulline ambiziose. Malauguratamente dovremo dedicare al fogliaccio qualche attenzione. Ma non qui e non ora. Illico et Immediate preme solo rammentare al maestro (il minuscolo è intenzionale) che NON SI VIOLA IMPUNEMENTE il Giuramento prestato. CONDOTTA IGNOBILE e GRAVEMENTE DANNOSA.

Il biasimevole ed arbitrario contegno dei vertici dell’ateneo e dei deleteri esiti cui conducono le misure adottate da coloro che intenderebbero occultare ciò che non è più occultabile potrebbe configurare il reato di abuso di potere. Siano esautorati i conniventi, i favoreggiatori, gli incompetenti, i corresponsabili che si ripropongono con veste immacolata.

Maestro Uriel