Chissà se qualche dirigente del PD(S) senese è andato al Lingotto di Torino all’iniziativa “Fuori dal ‘900” organizzata dalla corrente interna al PD cui fa riferimento Walter Veltroni.
E chissà, nel caso qualcuno vi fosse andato, cosa avrà rimuginato sulla strada di ritorno per Siena.
Soprattutto pensando a quelle frasi, così come riportate da Repubblica, in cui Veltroni ha affermato “Penso ad un nuovo governo che comprenda tutte le forze parlamentari” all’interno del quale si può facilmente ipotizzare che il Terzo Polo vi rientri.
E qui arriviamo nuovamente a Siena e alle sue prossime elezioni comunali.
In tutta sincerità, ogniqualvolta leggiamo sui quotidiani nazionali le varie dichiarazioni dei big del PD, viene da chiedersi se il PD(S) senese si interessi almeno un po’ alla politica nazionale oppure pensi che vicende e linee politiche sostenute a Roma, dal suo stesso partito, possano essere del tutto ininfluenti e avversabili a livello periferico.
Perché se fosse vera quest’ultima ipotesi allora le conclusioni potrebbero essere solo due: o non esiste un partito a Roma (perché un partito i cui referenti locali fanno ciò che vogliono non può definirsi tale) oppure a non esistere è il PD(S) senese, il quale oramai viaggia in ordine sparso senza una strada ben precisa.
Sono giorni che La Primula Rossa sta sostenendo questa tesi e non per fare propaganda politica, ma semplicemente per invitare i lettori a riflettere e a pensare che non sempre tutto rimane uguale a se stesso per sempre.
E’ palese che un’era politica sta volgendo al termine. L’epoca del berlusconismo, che nel bene o nel male ha caratterizzato fortemente questi ultimi venti anni, sta finendo non tanto per la varie vicende Ruby (non a caso nel sondaggio uscito sul Corriere della Sera il PDL nazionale mantiene invariate le sue percentuali mentre il PD continua paradossalmente a perdere consenso), ma più semplicemente perché sono per l’appunto trascorsi 20 anni ed è chiaro che esista un decorso naturale a tutto.
Ovvio che in questo fisiologico e naturale decorso è normale che partiti e leader più giovani si stiano preparando per il dopo. E, in questo panorama, è altrettanto ovvio che un PD nazionale vada a colloquiare, auspicandone una collaborazione, con il Terzo Polo e gradisca sempre di meno le ali più estreme identificate nell’IDV e in Vendola.
A Siena, invece, la strada è opposta. O meglio, per il PD(S) senese la strada è completamente a caso.
Il candidato del PD(S) Ceccuzzi, ormai messo alle corde da chiunque dei papabili alleati, dimostra di non essere politico e di condurre un’azione poco lungimirante. Quella poca lungimiranza che lo fa diventare un voto inutile, come già detto, un uomo senza partito alle spalle oggi e senza un’eventuale coalizione domani. Pensate a quanto peso politico e decisionale avrebbe chi dovesse trovarsi in queste condizioni.
Il PD nazionale la sua strada di dialogo e di collaborazione politica con il Terzo Polo la sta già tracciando.
A Siena il PD(S), invece, sembra una di quelle nobili famiglie decadute che, mentre ricordano i fasti della loro potenza e ricchezza passata, contemporaneamente sono costrette a vendere l’argenteria di famiglia per tirare a campare.
P.s. Il PD(S) senese è oggettivamente e, per la prima volta, in seria difficoltà. E gli altri partiti gravitanti nel centro sinistra lo hanno capito benissimo. Motivo per cui, strategicamente parlando, potrebbero avere tutto l’interesse a mandare Ceccuzzi da solo al primo turno. Poi si vedrà.
Firmato
La Primula Rossa