Riceviamo e pubblichiamo. Ci vuole orecchio e anche dei bravi collaboratori

Gianroberto Casaleggio è balzato alle cronache per i suoi successi a fianco di Beppe Grillo relativamente alle fortune elettorali che stanno interessando il movimento delle cinque stelle. A noi non interessa fare una analisi dettagliata sui grillini, esprimere giudizi di merito. Le cose vanno in questo modo e se gli eventi irrompono sulla scena del vivere comune ci sarà pure una necessità una contingenza che li determina. Qualcuno dirà la crisi economica, altri diranno la conseguente crisi dei partiti e via discorrendo fino al prossimo fenomeno politico. Dal quale tutti prenderanno le distanze o cercheranno di salirci sopra, così va il mondo. L’umore, il senso comune della gente è difficile da interpretare è come un fiume carsico. Ci vuole orecchio avrebbe detto Jannacci. Ma a noi interessa sapere quali sarebbero dovute essere le orecchie del PD che non sono state, insomma gli stretti collaboratori del Ceccuzzi. Quelli che ne hanno segnato il suo fallimento, il suo staff, come si usa dire. Tralasciamo i sostenitori di rito le associazioni che continuano imperterrite a difendere il sindaco a prescindere. Facendo riferimento, quest’ultime, all’ideologia con frasi come: è pur sempre di sinistra, chi io? Mai e poi mai potrei criticare un compagno, mica metteremo la città in mano alla destra? Non mi parlate del commissario! Quei traditori! E via discorrendo. Arrivando perfino ad autoconvincersi delle parole d’ordine che venivano messe in giro dall’organo ufficiale del partito: il Corriere di Siena. Si! Bisi sarà come sarà, anche un po massone, ma comunque al momento giusto li ha sempre difesi. Ovviamente non è da meno Canale 3, che riesce generazione dopo generazione a servire il potere, come quelli della real casa. Quindi, nessun ragionamento di merito, nessuna presa di coscienza della realtà, nessun approfondimento della situazione e dei suoi responsabili. Gli anziani del partito, quelli che ormai non ci sono più, saranno stati pure ideologici un po’ pesanti, ma imbattibili nel decifrare i movimenti della società e gli andamenti dell’economia. Come del resto facevano quei “dannati” democristiani. Il presente è caratterizzato da giovani in cerca di una sistemazione trovata all’ombra del potente di turno. Anagraficamente anche giovane, quest’ultimo, ma privo dei fondamentali che si trova a dirigere una banca o un comune per qualche furbizia politica. Eccoli i nuovi! Da Giulio Carli a Rita Petti, da Simone Bezzini ad Andrea Milani, da Alberto Taccioli a Massimiliano Gorelli, da Filippo Castellani a Lisa Cresti senza dimenticare Alessandro Lorenzini. Ecco i collaboratori del Sindaco quelli che avrebbero dovuto ascoltare la società senese, analizzare i fatti, indirizzare meglio e più degli assessori l’operato del Ceccuzzi. Ci scusino tutti quelli che non sono stati citati per non appesantire eccessivamente l’elenco, ne vogliamo rammentare due per tutti: David Chiti e Massimo Bianchi. Non sappiamo se siano stati loro ad aiutare Ceccuzzi a redigere il programma elettorale, mentre sappiamo con sicurezza che sia stata una di loro a suggerire l’infelice battuta che l’unica cosa che rimaneva da fare erano le coccole ai senesi perchè tutto andava per il meglio. Così non conosciamo se i suggerimenti per gli interventi, il taglio da dare, i toni vengono discussi collegialmente o solamente da quelli a carico del bilancio comunale. Ci hanno sempre colpito gli interventi della signora Rita Petti per la puntualità con la quale riesce a parlare d’altro, come se la crisi della città dipendesse dal tradimento e non dal fatto che il suo partito ha fatto sparire una delle Fondazioni più patrimonializzate a livello europeo. Che parla dei progetti culturali mentre sono a rischio le attività del comune nel settore, probabilmente ha messo a punto la “linea” con l’architetto Andrea Milani. Saranno stati i collaboratori a suggerire l’atteggiamento contraddittorio nei confronti dei giornalisti e dei servizi televisivi? Vado, non vado, parlo o non parlo, parlo solo con gli amici o con quelli che controlliamo. Sembra che negli ultimi tempi, il sindaco, faccia riferimento a un super collaboratore di cui i risultati, però, tardano ad arrivare. Un personaggio di primo piano che ha rapporti con tutta la stampa nazionale che conosce molto bene il palazzo comunale. Viaggia spesso sotto mentite spoglie utilizzando uno pseudonimo dal sapore spagnoleggiante. Tale ingerenza ha creato un po’ di malumore nei collaboratori più anziani, ma pazienza! Chiudendo vorremmo pregarvi di non fare la solita battuta che si fa sempre quando qualcuno fallisce nel suo mandato: peccato lui era tanto bravo, ma i suoi collaboratori!

Squarcialupi e Forasacco

3 comments ↓

#1 Bastardo Senza Gloria on 05.30.12 at 17:54

Sono anch’io curioso di sapere chi ha coniato lo slogan Siena 2.0 e la parola magica “discontinuità”.
Hanno avuto un discreto successo e si sono rivelati elementi di comunicazione davvero vincenti, che hanno poi successivamente incarnato l’andamento delle cose……
Se un giorno dovrò fare una maglietta o dei bigliettini da visita ad effetto saprò così dove rivolgermi.

#2 lusigno on 05.30.12 at 22:57

Ma alcuni dei soggetti indicati non supererebbero nepopure il test INVALSI. Come stanno dimostrando i fatti, quando si assoldano delinquenti troppo cretini… si ammazza la gallina eppoi non si rimne anche senza 3milioni di uova . Ma quella tngentina da 1,5 miliardi di euroni, per (stra) pagare Antonveneta, di cui aveva parlato LASTAMPA, si sa nulla??? Mica ci accontenteremo di un banale aggiotaggio…quasi prescritto?

#3 Prometeo Salvani on 06.01.12 at 01:27

sulla Stampa hanno scritto una cazzata… non le beviamo proprio tutte…
è impossibile pagare una tengente di quelle dimensioni perchè presuppone di avere fatto provvista con fondi neri per pari importo ed è impossibile nasconderla dopo averla ricevuta.
Il giornalista ha confuso il prezzo convenuto nel contratto di acquisizione (9miliardi) con l’importo che è stato pagato (10,3 miliardi): nel frattempo erano passati 6 mesi e maturati interessi per circa 400 milioni e Antonveneta aveva venduto Interbanca a Santander per circa 900 milioni… può essere aberrante ma regolare. Ammesso e non concesso che ci siano stati pagamenti fuori sacco, possono essere stati al più di qualche manciata di milioni. Di sicuro c’è stata tanta incompetenza nella negoziazione dei termini dell’acquisizione e, sopra ogni cosa, un incontrollabile delirio di onnipotenza.