Non bisognerebbe mai superare il confine dell’indecenza. E’ già insopportabile la sola indecenza!!!

“Chi non sa controllarsi è pericoloso per sé e per gli altri”.

(Talete)

Chi ha abusato dei luoghi e dei poteri del percorso di “conoscenza” non abusi oltremodo e non si illuda di sfidare per altro tempo ancora la saggezza dei giusti e i sacri vincoli: il confine dell’indecenza è stato superato. Il supremo interesse del cittadino e il faro del Bene Comune non sopportano più le cricche, le aggregazioni deviate e i grovigli nefasti. Viviamo su scala planetaria una fase di smottamenti economici e di cambi di equilibri di potere e dentro i poteri visibili e legittimati. Dal planetario il cambiamento epocale si è spostato nelle piccole aree ;dalle grandi metropoli fino alle piccole città. Il cambiamento è epocale: chi gli resiste stupidamente e con arroganza danneggia se stesso e la comunità di riferimento. Il cambiamento va compreso e gestito. Si ritirino gli inetti e gli ingordi ed entrino nella scena i competenti e quelli senza arroganza. Le peggiori manifestazioni dell’arroganza dei legami di potere autoreferenziale avvengono quando un “sistema” è sull’orlo del precipizio e un uomo sull’orlo del precipizio non ragiona. Le peggiori manifestazioni di “fine impero” confermano che il marcio era presente fin dall’inizio. Un uomo con ruoli di rilevanza pubblica non deve mai far coincidere gli interessi personali con quelli dell’economia di una comunità. La “storia” non si scrive per grazia ricevuta: sono gli uomini che scrivono la “storia” e purtroppo negli ultimi anni a scriverla ci hanno pensato dei “mezzi uomini” e come nel caso del “familismo nelle assunzioni” da “uomini miseri”.

Nell’inviarvi un affettuoso saluto consegno alla Vostra lettura frammenti del libro “Il Policratico” di Giovanni di Salisbury scritto nel 1159; una sorta di trattato sui doveri dell’uomo di Stato estendibili agli uomini di Regione, Provincia, Comune, Banche, Giornali. Nel libro Giovanni di Salisbury denunciava “l’attaccamento ai privilegi”, “la tendenza a circondarsi di buffoni, meretrici, ruffiani”, “sperperando fortune per ricolmare il volgo di doni”. Mai così attuali le parole di Salisbury.

 

Sir Joseph

Great Queen Street
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