Ceccuzzi è il candidato sostenuto da Piero Tosi e Luigi Berlinguer

Era l’ottobre 2010 quando il segretario provinciale del PD Elisa Meloni e quello comunale Mugnaioli addebitavano le responsabilità della crisi dell’ateneo senese alla gestione Berlinguer-Tosi; era il novembre del 2011 quando Franco Ceccuzzi in merito al dissesto dell’università dichiarava “una delle cause principali che hanno portato al dissesto è certamente l’irresponsabilità nei confronti del patrimonio pubblico, alimentata da un vorace egoismo corporativo”. Era l’ottobre … era il novembre … e quelle frasi erano soltanto propaganda e fumo negli occhi: il valzer dell’ipocrisia e il balbettio di un gruppo dirigente carico di responsabilità politiche. E sapete perché? Ceccuzzi è da sempre alleato con la nomenclatura universitaria berlingueriana-tosiana ed oggi con l’ufficializzazione del comitato elettorale a sostegno dello stesso Ceccuzzi, abbiamo la prova provata di quel legame storico e di quella condivisione gestionale della cosa pubblica. Ecco  le truppe berlingueriane-tosiane dell’università schierate dentro il comitato elettorale di Ceccuzzi: Aldo Berlinguer (figlio di quel Luigi ex rettore), Omar Calabrese, Mauro Cresti, Romano Dallai, Marco Galeazzi, Alessandro Rossi, Marcello Flores d’Arcais, Stefano Maggi, Fabio Semplici (figlio di Jolanda Cei Semplici), Roberto Venuti e infine il berlingueriano storico in rappresentanza della sua corrente dentro il PD (oggi però è quasi solo) Alessandro Starnini. Praticamente Ceccuzzi è il candidato sindaco di fiducia di Piero Tosi e di Luigi Berlinguer e il garante di questo accordo è lo stesso presidente del comitato elettorale l’ex rettore Mauro Barni che alcuni continuano a descrivere come “un esempio” o “un uomo sopra le parti”, mentre da sempre è schierato con la nomenclatura berlingueriana-tosiana e con il “sistema Siena” tanto caro a Stefano Bisi. Le truppe non sono finite: per marcare la coalizione i berlingueriani si sono impadroniti dell’IDV e dopo il teatrino”siamo fuori siamo dentro la coalizione”, grazie alla vecchia amicizia tra Luigi Berlinguer e il dipietrista Evangelisti, anche l’IDV sostiene Ceccuzzi. Infatti basta leggersi i nomi dei candidati e il gioco è ancor più chiaro: dal berlingueriano di sempre Luciano Peccianti a Bernardo Giorgi alla Di Simplicio. Naturalmente non manca il sostegno di Maurizio Boldrini (sempre presente alle iniziative di Ceccuzzi) che oltre ad avere “tanti allievi comunicatori” fedeli a Ceccuzzi, è ben rappresentato nella coalizione da Fiorino Iantorno e da Cannamela. Questo sarebbe il nuovo tanto sbandierato da Ceccuzzi e dai suoi comunicatori? Ma quale nuovo e quale discontinuità: siamo in presenza della peggiore restaurazione di intrecci e metodi gestionali corporativi e dannosi per le istituzioni; e il dissesto dell’università racconta più di tante parole i risultati gestionali della nomenclatura berlingueriana-tosiana che oggi sponsorizza il chianino Ceccuzzi verso la carica di sindaco. All’interno di questi equilibri si scompongono e si ricompongono altri equilibri che vedono tra i protagonisti il giornalista Stefano Bisi che ricopre anche la carica di Presidente del collegio dei Maestri Venerabili della Toscana del Goi. Tutti ricorderete che fino a un anno fa il Bisi era un diretto sostenitore di Ceccuzzi e del PD, poi all’improvviso qualcosa è cambiato e quel rapporto è mutato, quasi sparito. Dal rapporto idilliaco tra il Pd senese e il Bisi siamo arrivati ad un rapporto di chiusura (almeno sulla “carta”). Un raffreddamento tale da  indurre Ceccuzzi nel settembre 2010 ad affermare che “ ritengo moralmente ed eticamente incompatibile l’affiliazione alla massoneria con l’iscrizione ad un partito, anche quando lo Statuto lasciasse spazio a diverse interpretazioni.” Non contenti quelli del PD si sono inventati la famosa quanto inutile “carta dei valori” che di fatto si scaglia contro la massoneria. E qui apro una mia personale parentesi: la massoneria è un’associazione legale ed è meglio essere massoni che dei dissestatori di università (chiusa parentesi personale). Che fa il Bisi di fronte a tutto questo? Niente, anzi continua con le sue solite furbate giornalistiche. Rimane taciturno per un un paio di mesi e all’improvviso colto da “nostalgie socialiste” intraprende una personale polemica con Martelli e qui mette in campo l’ennesima furbata. Per riaccreditarsi come il difensore del “sistema Siena” scarica tutto il suo livore contro la coalizione che sostiene Corradi, pubblica un fantasioso sondaggio, e per dimostrare al resto del mondo (Perugia-Firenze-Roma) che ancora conta qualcosa a Siena, chiama a sostegno delle sue tesi un altro furbetto della politica Mauro Marzucchi e sulle pagine del Corriere di Siena oltre a pubblicare gli attacchi di Marzucchi a Martelli pubblica allo stesso una dichiarazione contro la “carta dei valori” sottoscritta anche dallo stesso Marzucchi. Niente di più ridicolo caro Bisi. Come minimo per coerenza rispetto alla carica di Presidente del Collegio dovresti prendere una posizione altrettanto coerente e non continuare a sostenere e  fare da megafono a coloro che additano la tua associazione come “moralmente ed eticamente incompatibile”. Ma su questo son convinto che altri da un grado più alto affronteranno nelle sedi associative la tua incoerenza anche rispetto al giuramento dato.

Ma le virate del Bisi non sono finite. In questa solitaria battaglia contro tutti e nel vano tentativo di riprendersi un ruolo, il giornalista Bisi abbandona anche il suo vecchio amico Mussari e infatti pubblica integralmente sul suo giornale il famoso attacco contro i vertici della Banca Mps scritto da Fiorino Iantorno in rappresentanza di tutta la coalizione del Ceccuzzi, senza alcun commento critico o di difesa dei vertici della banca (un tempo Bisi era sempre pronto a difendere i vertici della banca). Tutte queste virate perché? Perché anche Bisi  si sta inserendo nel tentativo di restaurazione berlingueriana-tosiana e forse spera che dopo gli attacchi del PD senese a Caltagirone socio privato della banca MPS le voci messe in giro dai ceccuzziani che “annunciano la fine di Mussari” diventino realtà  e quindi Bisi “scende da un carro e monta sull’altro”. In sintesi, l’accordo tra i berlingueriani e Ceccuzzi prevede questo schema: Ceccuzzi sindaco, Alessandro Piazzi (uomo di sintesi tra le due componenti) alla presidenza della banca MPS e l’università sempre in mano alla solita nomenclatura.

Vi sembra uno scenario sostenibile per Siena? Io credo proprio di no. Votare Ceccuzzi significherebbe consegnare la città alla nomenclatura berlingueriana-tosiana e la banca MPS a Berlusconi. Oggi il PD senese attacca Caltagirone socio privato di MPS perché lo stesso imprenditore fa parte della cordata finanziaria opposta a Berlusconi e siccome Ceccuzzi è in sintonia con Denis Verdini (braccio destro di Berlusconi) risulta evidente chi verrebbe favorito dall’esclusione di Caltagirone dall’assetto societario della banca.

Nessun dorma …

Maestro James

1 comment so far ↓

#1 il santo on 04.26.11 at 14:11

La cosa drammatica è che i senesi queste cose o non le sanno oppure fanno finta di non saperle….