La Notte della Legalità: da Tomasi a Riccaboni

Da Montelupo si vede Capraia; da Guistrigona si vede “Astrea”. Le inchieste sul “buco finanziario” e sulle elezioni del rettore sono state chiuse e quindi parlatene, parliamone e teniamo alta la guardia. Quanto sta emergendo non è soltanto un insieme di reati contabili, truffe e falsi ideologici: purtroppo sta venendo fuori, con tanto di riscontri, un sistema marcio, deviato e fuori dai confini della legalità costituzionale. E abbiamo anche compreso il perché dei ritardi nella chiusura delle indagini. Qualcuno si preoccupi di far leggere questo nostro intervento al ministro Profumo e ai membri del CSM. Altri invece evitino di inviare email anonime di minacce al nostro blog. In tutta questa melma troviamo conferma sul fatto che Riccaboni e Ines Fabbro sono attori attivi e frutti di un sistema marcio e di intrecci deviati tra funzionari ministeriali. Querelate pure questo blog, nel frattempo noi informiamo il mondo intero che dopo i famosi scandali di qualche anno fa dell’università di Messina, delle inchieste su P3 e P4, spunta anche il sistema marcio che sostiene Riccaboni e Fabbro (il rettore eletto irregolarmente  e la condannata dalla Corte dei Conti).

Partiamo subito con il comprendere lo spessore culturale e lo stile istituzionale di questo Riccaboni, così si capisce anche il funzionamento del famoso consiglio di amministrazione dell’università senese. Il Riccaboni insieme al suo interlocutore nel novembre 2010 si lamentava del comportamento del membro del cda dell’università Floriana Rosati. Sapete perché si lamentavano? Perché la Rosati si era “permessa” di astenersi. Alla cricca coloro che non ubbidiscono non vanno bene. E infatti Riccaboni e il suo interlocutore concludono concordando che la Rosati “è ridicola e priva di cervello”. Complimentoni, sono dei veri gentlemen il Riccaboni e il suo interlocutore. Se non ora quando? Mai in questa città. Tutta la nostra solidarietà per queste offese gratuite all prof.ssa Floriana Rosati. Le istituzioni e le forze politiche anche in questo caso manterranno il più assoluto silenzio?

Un altro aspetto che inquieta e non poco e getta alcune ombre emerge dai colloqui (così risulta a questo blog) tra il Riccaboni e una certa avvocatessa Vera Benini (che risulta essere la moglie di un docente di economia, collega di Riccaboni). L’avvocatessa Vera Benini rivolgendosi al Riccaboni afferma (siamo nel novembre 2010) che “ci sono 27 indagati e tra questi qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire”. E aggiunge (sempre la Benini): “Ho fiducia nel PM che ha ereditato il fascicolo dal dott. Formisano”. Per la cronaca il PM che aveva ereditato il fascicolo era la dott.ssa Francesca Firrao, non più in servizio a Siena. Quindi questi fatti non riguardano minimamente gli attuali PM di Siena. Noi siamo sempre stati neutrali nei confronti dei magistrati e abbiamo fiducia nella giustizia e nella Costituzione Italiana e non come afferma la Benini “ho fiducia nel PM ..” Che cosa intendeva dire con questa frase la Benini e soprattutto chi e cosa tra i 27 indagati “potrebbe dire qualcosa”? Ricontrollando attraverso i giornali di quei mesi, effettivamente finchè il fascicolo era in mano alla dott.ssa Firrao le cose procedevano con lentezza e solo nel momento in cui andava via da Siena decideva di firmare (non abbiamo capito bene cosa!!). Sicuramente sono solo coincidenze “la fiducia della Benini” e la lentezza delle inchieste ai tempi della Firrao. Così come sono solo coincidenze  il fatto che la condannata della Corte dei Conti Ines Fabbro ha lavorato presso l’Università di Torino e sempre nella medesima università di Torino risulta come docente di Metallurgia il professore Donato Firrao. Anche in questo caso solo coincidenze e forse non esiste nessuna parentela tra il prof. Firrao e l’ex PM di Siena Francesca Firrao. Forse solo coincidenze e nessuna parentela? Anche in questo caso piena fiducia nella magistratura e speriamo che le udienze sul dissesto e sulle elezioni del rettore non siano celebrate con la lentezza come ai tempi della Firrao. Che fine ha fatto il fascicolo sulla nomina di Ines Fabbro? Ricordiamo a tutti che la Fabbro è stata nominata su base fiduciaria da Riccaboni e nel frattempo la selezione per la nomina del nuovo direttore era stata sequestrata dalla magistratura. E sapete chi era il presidente della commissione della selezione? Lo stesso Angelo Riccaboni.

Con questa si chiude il cerchio e il tramestio sulla nomina da parte del ministro di Angelo Riccaboni e sulla successiva nomina di Ines Fabbro. Leggetevi attentamente questa parte di intercettazioni tra il Tomasi (del ministero MIUR) e il Riccaboni.

“Tomasi: Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura… provi a sentire, io francamente… lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui… lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco… poco…
Ricccaboni: No, no, no. Su questo la convocazione del Consiglio avverrà immediatamente in maniera tale che possa mettere a regime, diciamo… tutto quanto con la nomina da parte della Fabbro che il nostro Statuto dice previo parere del Consiglio di Amministrazione. Su questo dobbiamo passarci, insomma.
Tomasi: Sì, sì.
Ricccaboni: E poi, niente…
Tomasi: Lì, penso, che se non prende in mano la gestione anche la Ines… lì non ne uscite! Perché tra l’altro, guardi: io ho visto quella nota che mi ha portato Focardi l’ultimo giorno sul discorso del Prefetto, dell’accessorio… A parte il fatto che io gli ho detto che io non darò nessun parere e che se dovessero chiedermi un parere, non può che essere contrario perché non è certo… dopo visto che sulla stampa lui dice che ha avuto rassicurazioni dai funzionari, francamente non so quali siano questi funzionari. Ma… lì la partita va presa in mano subito, capisce, dal direttore amministrativo. Se no lei si trova una valanga di… a non finire.
Ricccaboni: No, no. Certo.
Tomasi: E questo non è il momento di cedere alle pressioni sindacali… questo è il momento di chiudere le fila e rimboccarsi le maniche, non c’è niente da fare.
Ricccaboni: Qui c’è solamente bisogno di questo. C’è bisogno di dare un senso di continuità, di dare tranquillità e andare avanti. Questa vertenza, anche, dell’ateneo è stata gestita molto male perché era già chiusa. Poi è stata ritirata fuori, per motivi demagogici e quindi ha provocato questo ambaradan. Ma insomma… questa è già chiusa, non c’è problema. E comunque con il Direttore Amministrativo questa cosa verrà affrontata in un modo migliore sicuramente.
Tomasi: Sì e poi anche il discorso lì di quella partita… il Prefetto… I prefetti ragionano in un altro modo. Il prefetto ragiona per evitare che la gente vada in piazza. Però, sul piano della sostanza c’hai contro tutti… i colleghi… devi recuperare… non è che puoi… quindi… quell’ipotesi lì è veramente… Comunque, secondo me, adesso dovete avere lo spazio per operare poi speriamo… insomma…”

La conversazione tra questi due individui si svolge tra il 4 e il 5 novembre 2010. Dopo le pressioni sul ministro Gelmini da parte di Luigi Berlinguer, ecco che vengono fuori tutti i giochini sottobanco tra Riccaboni e questo Tomasi. Ci chiediamo subito: a cosa si riferiva e a chi, questo Tomasi quando dice a Riccaboni “lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è”..”qui li è tutto rischioso”? Sembrano le conversazioni tra quel Lavitola scappato a Panama e altri interlocutori di altre inchieste sulle cricche. Ma questo Tomasi è ancora in servizio presso il ministero?

Sempre dalle intercettazioni tra questo ministeriale e Riccaboni si capisce benissimo la volontà di togliere l’accessorio al personale tecnico-amministrativo dell’ateneo senese. Complimenti ai funzionari dello Stato. Giochini meschini e ambigui sulla pelle di centinaia di lavoratori. Non hanno niente da dire le forze politiche a questo punto? Ma soprattutto cosa aspettano i soggetti danneggiati a fare ricorso al giudice del lavoro(allegando anche queste intercettazioni) e a denunciare anche penalmente il Riccaboni e la Fabbro?

Questo è il sistema marcio, tutto documentato e documentabile. Siete ancora tutti sicuri nel voler sostenere l’abusivo Riccaboni e la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro? Noi nel frattempo, proprio per areare l’aria ci siamo comprati un bel ventilatore. E’ quasi pronto per ventilare….

P.S. Vogliamo ricordare alla signora Fabbro che l’università è un ente pubblico e qui siamo nella civilissima Siena e quindi le persone hanno il diritto di esprimersi e di dialogare anche con noi. Questo blog non è gestito da universitari, come la stessa Fabbro sostiene. Invece di pensare a chi gestisce Fratello Illuminato faccia una bella cosa la condannata dalla Corte dei Conti, sempre per il bene dell’ateneo, lasci immediatamente l’incarico di direttore. E poi un’altra cosa: invece di escogitare di tutto per tutelare la cocca dell’ex direttore Bigi, ovvero la signora Laura Goracci, oggi cocca della Fabbro, magari tentando di spostarla presso gli uffici della direzione amministrativa, faccia sempre la medesima cosa: si dimetta subito.

4 comments ↓

#1 Cittadino frastornato on 12.28.11 at 15:40

Come mai non hanno mandato veramente l’esercito dentro l’università? Siamo a Siena o a Scampia?

#2 Federica on 12.28.11 at 16:28

Solo due parole: vergogna e piena solidarietà alla professoressa Rosati.
Con questo rettore si pretende di accedere alla candidatura di Capitale della cultura? Sono disgustata….

#3 da Chivasso on 12.29.11 at 10:32

http://heraldrysaxecoburgogotha.blogspot.com/2009/03/al-presidente-csmla-pm-dssa-francesca.html

#4 bohhhhhh on 12.29.11 at 10:35

http://laconoscenzarendeliberiblog.wordpress.com/2009/08/28/mafia-s-p-a/